In questi giorni di tanta sensibilità mondiale in alcuni paesi più che in altri come India e Colombia, è molto strano festeggiare oggi LA FESTA DELLE MAMME, come si faceva una volta e dico una volta perché dopo tutto quello che abbiamo e stiamo vivendo come umanità dal 2020 a me sembra tutto il resto "storia patria" come se dice qui in Colombia.
Una settimana che finisce per molti di noi nel mondo piena di fragilità e vulnerabilità, non so come finisce questa settimana per te o meglio questo tempo dopo l'ultima Luna Piena, perché adesso mi sono abituata a misurare il tempo come i nostri saggi nativi, seguendo le lune. Stiamo proprio entrando nella nuova Luna nuova e le emozioni sono intense, come conseguenze dei collettivi impauriti, stanchi, smarriti e preoccupati per il futuro.
Sono tornata da qualche giorno da un ritiro di purificazione profonda sull'isola di "San Andres" nei Caraibi, alcuno dirà quello non è un ritiro sono vacanze ed effettivamente allontanarci dalla famiglia, il lavoro e le dinamiche quotidiane, sono veramente tempi di vacanza per la mente e lo spirito. La scelta di viaggiare da sola non è stata mia perché in realtà sono viaggi che amo fare con mia madre quando vengo a Colombia; Un tempo prezioso che dedico a lei e naturalmente a me, a noi, ma questa volta lei ha avuto paura dei contagi per il terzo pico del virus qui a Bogotà e altre città della Colombia. Per molti non basta portare le mascherine e lavarsi le mani continuamente, per molti questi protocolli non bastano e credo sia tutta colpa dei mass media che non riescono a comunicare accertatamente. Nessuno capisce più chi dice la verità e tutta l'umanità vive il timore della pandemia.
Ho deciso in due giorni questo viaggio quando è cominciata la "zona rossa" a Bogotà e la mia psiche non sopportava più la sensazione di oppressione che sentivo in Italia da Dicembre fino a che sono arrivata a Bogotà a fine Febbraio, ritrovando la serenità in una città che viveva e seguiva funzionando. Tornando al mio viaggio da sola, ho avuto molto tempo per me, per prendermi cura del mio corpo in tutti sensi ma soprattutto purificarmi nell'oceano diversi giorni, meditando mentre nuotavo e sentendo le mie intuizioni e la mia anima libera. Mai sentita sola, ero piena di gioia, carica e piena di salute, sentivo la Terra e l'Oceano la mia casa 🏡 e ogni persona che trovavo nelle mie giornate era speciale, soprattutto gli impiegati dell'hotel (una caratteristica tipica degli abitanti di queste isole, l'ospitalità e gentilezza). Sentivo che loro si prendevano cura di me e potevo concedermi serenamente ritornare all'equilibrio di cui tanto ne avevo bisogno da due anni senza entrare in mare.
Mentre ero sull'isola non ero più un "pericolo" ed è questo che mi ha toccato profondamente perché in certi contesti se non sei assorbito dalle notizie drammatiche e sei un'olistica come me che non vuole entrare nelle dinamiche tridimensionali di questa pandemia e la manipolazione di massa, sei un "ribelle possibile portatore del virus" e da un certo modo lo siamo, siamo portatori del virus dell'Esperanza, del cambio di vita verso un nuovo paradigma. Ma purtroppo tornando a Bogota dove si respira la paura e dolore del collettivo che sta vivendo il dramma di un paese che "sta liberando karma" ed è necessario che succeda (ma questo è un argomento per dopo). I miei campi ed estrema sensibilità hanno ricevuto una sorte di attacco energetico prima di arrivare a Bogota, il fisico è crollato e anch'io ho sentito la paura del contagio, o meglio essere portatrice del virus a casa di mia madre, ed è stato molto pesante!, lo hai vissuto anche te?.
"Sentirci impauriti per essere portatori di morte" è lo stress post-traumatico che quest'umanità sta vivendo.
Queste emozioni e dolore ci sta portando ad avere paura di abbracciare i nostri genitori, a cercare rifugio e isolarci dal modo per non essere un "pericolo" ma soprattutto per ESSERE NOI con quello che pensiamo difendendo le nostre idee, sentirci RIFIUTATI dal mondo in caos e non riuscire a trovare posto davanti a tanta dualità e incongruenze. La ferita sacra del #rifiuto 🚮 è la ferita di ogni figlio sul questa Terra.
Siamo figli che sempre abbiamo cercato di essere amati dalle nostre madri, alcune assenti per necessità di andare a lavorare o per incapacità di dimostrare i loro affetti o sentimenti (caratteristiche delle generazioni nati negli anni 40' e anche prima), mamme che invece per eccessi di protezionismo hanno cresciuto figli insicuri e instabili proprio perché non gli hanno permesso il giusto sviluppo e riconoscimento del Sé. Madri che amando tanto ai propri figli sono state autoritarie, rigide e perfezioniste crescendo figli con bassa autostima e poco valore perché niente di quello che facevano era abbastanza per le proprie madri. Senza menzionare il profondo dolore dei figli abbandonati in orfanotrofio o dai parenti oppure nati orfani.
In quale categoria ti riconosci?
In questi tempi di tante fragilità in un giorno come oggi mi chiedo: Perché ancora soffriamo tanto per essere ACCETTATI?, se la libertà la si trova nella solitudine in natura, perché siamo così ancora dipendenti dalle opinioni famigliari o sociali per essere felici?.
Monicasita
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